lunedì 30 giugno 2008
Serata Di Lettura Con la "Compagnia Letteraria COLONNE D'ERCOLE"
mercoledì 11 giugno 2008
Amazzonia, scoperti gli Uomini Rossi
Agli inizi del terzo millennio industrializzato e computerizzato, la notizia dovrebbe fare scalpore. La notizia non è da sottovalutare, e sicuramente, come il sottoscritto, si riteneva che tutto il Pianeta fosse ormai stato scoperto, non solo dagli esperti umani – archeologi, ricercatori, scienziati, etc. - ma anche dagli esperti elettronici - i satelliti - che ininterrottamente setacciano la Terra per il controllo della quotidianità o più semplicemente per la ricerca di nuove fonti.
Lascia tuttavia perplessa la scarsa disponibilità dei media nell’approfondire l’argomento: la notizia esce in sordina, prima su internet, e successivamente sui quotidiani e periodici, ma con piccoli e brevi trafiletti.
La prima impressione osservando le poche foto pubblicate sui vari siti internet, è stata quella di trovarmi di fronte ad una nuova versione di WarCraft, il famoso videogame giunto alla terza edizione, che ha fatto vittime sia di adulti che di adolescenti tenendoli incollati allo schermo del computer. La grafica è simile. Le figure umane riprese dalle immagini sono identiche ai personaggi del game: un mondo reale, ma che diventa irreale, dove i protagonisti sono delle persone, Indios, che impauriti e terrorizzati imbracciano le lance e lanciano frecce con dei grossi archi, mentre altri stanno a guardare, per abbattere il grande uccello di metallo che sorvola sulle loro teste, ormai disturbati nella loro intimità e nella loro natura.
Questa è una delle ultime tribù di persone che non sono mai state contattate dall'uomo industrializzato. Almeno è quello che pensiamo noi, in realtà vi sono persone scomparse in quella zona, che non hanno mai fatto più ritorno alle loro abitazioni, e di loro non sappiamo più nulla. Una tribù scoperta nell'Amazzonia occidentale dalla fondazione governativa brasiliana Funai. La tribù ha il villaggio adiacente al confine tra il Brasile e il Perù, in un'aerea protetta dal punto di vista etnico e ambientale lungo il Fiume Evira.
Dalle foto che la fondazione è riuscita a scattare ha stilato un documento dove emerge che:
- sono guerrieri forti e in buona salute
- il villaggio è composto da sei grosse capanne costruite in un'area della foresta ripulita dalle piante
- alla tribù viene fornito il nome di “Uomini Rossi” perché dalle immagini si vedono uomini completamente dipinti di rosso
- il loro accampamento, fatto di alcune capanne ottenute in uno spiazzo di foresta ripulito dagli alberi
- l'accampamento sembra abitato in modo permanente, vista l'attività che vi è attorno ad esso
- alcuni uomini, ad esempio, stanno in prossimità di una pianta portata lì da poco per essere lavorata
- questi gruppi non sono mai stati contattati ufficialmente né dal Funai, né da altre persone e questo per permettere loro di avere una propria totale autonomia e per evitare l'arrivo di curiosi o pseudo-ricercatori.
Survival International, un'associazione internazionale che si occupa di preservare queste tribù, ha fatto sapere che questi indiani sono in serio pericolo di sopravvivenza a causa del taglio illegale fatto soprattutto in Perù, che sta spingendo queste piccole popolazioni di uomini, che non dovrebbero essere di più di 500 unità, verso il Brasile, dove la situazione non è migliore.
"Quello che sta succedendo nella regione è un crimine enorme contro la natura, le tribù, la fauna, ed è un’ulteriore testimonianza della completa irrazionalità con cui noi, i ’civilizzati’, trattiamo il mondo" ha detto José Carlos Meirelles, della Survival International.
"Per fortuna quest'ultima testimonianza ci dice che popolazioni ancora mai contattate dalla civiltà industrializzata esistono ancora. E' la speranza che una parte di Amazzonia sopravvive agli interessi dell'uomo industrializzato" ribadisce Stephen Corry, Direttore di Survival International.
Al mondo esistono non più di 100 tribù mai contattate e la maggior parte di esse si trova in America meridionale, soprattutto tra Brasile e Perù. Altre se ne trovano in Australia, in Nuova Guinea e nelle Isole Andamane.
Da quanto emerso noi possiamo solo concludere dicendo che al mondo esiste ancora poco di veramente naturale, non roviniamo quel poco che c’è. Lasciamo vivere in pace queste popolazioni e non intromettiamoci nella loro vita nel loro abitat che sopravvive da secoli, nascosti e sopravvissuti da quella che noi chiamiamo civiltà, con le nostra voglia di rovinare tutto quello che incontriamo.
Ma sarà così? Non credo, oggi, o meglio da alcuni secoli nella fede della civilizzazione e globalizzazione l’Animale Uomo, sta avanzando senza misura, senza ritegno e rispetto di se stesso, nella distruzione di tutto ciò che lo circonda e principalmente di se stesso.
Per ulteriori informazioni visita il sito della Survival International: http://www.survival-international.org
martedì 10 giugno 2008
Una squadra di brocchi ...?...
Da tempo non parlo di calcio. Da tempo non commento il calcio. Da tempo preferisco commentare e parlare di altro. Ma questa sera, alla partita inaugurale della Nostra squadra Italiana agli Europei 2008, mi ritrovo qui, a battere sulla tastiera del computer per commentare e parlare di calcio.
Ho visto un'Olanda, in questa partita, dei tempi di Van Basten e di Cruijff.
Ho visto un'Italia stanca, scoordinata, non concentrata, sinteticamente direi "brocca".
Dopo i mondiali, vinti dalla Nostra Italia, non ho seguito le vicissitudini del calcio, o meglio, non con accanimento. Forse anche perchè ho trovato presso i clienti giornalieri un non interesse al calcio che non ho mai visto prima - oggi hanno altri problemi di vita quotidiana da risolvere -. Tuttavia sono sempre stato aggiornato dai parenti, in particolare da mio Papà Enzo, che ogni giorno, da anni, continua ad acquistare l'indimenticabile 'Tuttosport', a cui ogni tanto getto l'occhio quando mi presento a casa sua. Sport che seguo comunque ascoltando radiogiornali, o sbirciando raramente la TV (ormai mezzo sconosciuto) per seguire le 'copie' dei telegiornali.
Forse - come ho visto e continuo a notare presso clienti - è uno sport che ha stancato e continua a stancare, non essendo più lo stesso di alcuni anni fa. Oggi sento parlare di questo sport solo per i folli guadagni che alcune persone percepiscono per 'correre dietro ad un pallone', o di 'veline' pronte a tutto pur di essere riprese e immortalate con un calciatore per guadagnarsi una pagina su periodici: un bene per la propria immagine e carriera.
Non volevo guardare questa partita, ma da Italiano, non ho voluto mancare all'evento. Non critico il coatch/allenatore Donadoni e tanto meno i giocatori, anche se qualche cosina si è vista solo nel secondo tempo quando la Nostra squadra giocava con tre punte. Mi permetto solo di dire che non si vede una squadra di calcio Italiana da tempo. Ultimamente abbiamo una squadra che ranca ad ogni partita, una squadra composta da buoni e ottimi calciatori, ma che quando giocano tra loro, sembra non dimostrino l'esistenza della stessa squadra, del gruppo, dell'Italia. Forse è un sintomo dell'andamento economico italiano?
Non c'è motivo di sacrificare il coatch Donadoni e la relativa squadra sul rogo e alla gogna. In fin dei conti: ce lo meritiamo.
Ha fatto bene l'emerito Buffon, a fine partita, a chiedere scusa agli Italiani, ma non vorrei che siano scuse, gettate lì, consci del fatto che non hanno giocato, che hanno (direi abbiamo) subito tre buone "sberle", e che ora non hanno scusanti se non si riesce andare oltre queste qualificazioni: si è perso la prima partita.
Non vorrei essere ne un inquisitore ne altro, ma di certo i nostri giocatori oggi sono 'sazi' della loro pluri-milionarità di guadagni, quando in Italia più del 50% arranca per giungere alla fine del mese.
Già all'Inno Italiano si percepiva che qualcosa non funzionava. Commovente sentirlo, ma spiacevole recepirlo nello scordinamento del canto.
Si, ho visto giocatori stanchi, arrancare dietro una palla, pesanti, non coordinati, non percettivi. Ora dovranno rimettersi in gioco, ma avranno molte scusanti per giustificare un eventuale non passaggio del turno, come la mancanza di Cannavaro o il non utilizzo di Del Piero fin dai primi minuti.
Oltre alla partita deludente, come ultima chicca porrei i cronisti: deludenti più dei calciatori, non sprizzavano in nulla, le voci erano noiosissime, senza emozioni, con commenti blandi e banali, e anche troppo giustificativi.
Comunque, saremo presenti alla prossima partita contro la Romania. In fondo, l'Italia,è sempre l'Italia.